29 ottobre 2006

Zone 30 a Lodi

Finalmente le zone 30 !!!
L’associazione Ciclodi-Fiab saluta con soddisfazione la realizzazione della moderazione del traffico in Lodi, come molte zone della città, un primo piccolo passo per far coesistere in sicurezza le diverse forme di mobilità. La nostra associazione, come tutte le altre associazioni aderenti alla Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) in altre città, è favorevole alle zone 30 nel centro delle città) e chiede nelle città dove non è possibile separare il flusso dei ciclisti, la moderazione del traffico.

Anche a noi piacerebbe vedere più vigili per le strade, anche a difesa della zona traffico limitata, ma abbiamo saputo che l’organico dei vigili è molto diminuito e quindi non pretendiamo che ci sia un vigile nell’ingresso di ogni zona 30. Non ci sembra il caso di prendere in giro per questo chi ha deciso il provvedimento. Anche le strisce pedonali non vengono rispettate a Lodi, allora cosa facciamo, togliamo anche quelle ?

Ciclodi-FIAB recentemente ha segnalato la necessità di un maggiore impegno dell’amministrazione comunale per attuare le promesse elettorali sulla mobilità ciclistica e della mobilità sostenibile, e spera in un maggiore impegno della vigilanza per assicurare il rispetto del provvedimento delle zone 30. Per questo Ciclodi-FIAB lancia un appello a tutti gli automobilisti lodigiani a fare la propria parte e a darci una mano per migliorare la qualità della vita in Città.

Leggi l'intero articolo inviato alla stampa locale.

1 commento:

Stefano ha detto...

Una risposta e' arrivata sul sito di agendalodi
http://www.agendalodi.it/wmview.php?ArtID=13413
Forse e' uscita anche come lettera sul cittadino ma ero via e non l'ho vista

la riporto
ciao stefano


I ciclisti rispettino il codice della strada
Carmen Ansi, Lodi

Ho letto la lettera a firma della signora Spagnolello, che loda le iniziative prese dall'Amministrazione Comunale circa i limiti dei 30 all'ora dentro le mura della città, come misura atta a favorire la mobilità ciclistica.
Mi spiace avervi visto, però, solo considerazioni sulle difficoltà che hanno i ciclisti a muoversi, ma non un accenno ai doveri che hanno i ciclisti di rispettare il codice della strada.
Partendo dal presupposto che là dove ci si muove nel traffico caotico dei nostri tempi, ognuno è "vittima" ma anche produce "vittime", vorrei ricordare quanto i ciclisti non rispettino in genere il codice della strada, che compete loro in quanto velocipedi e quindi "mezzi" a tutti gli effetti. Come se a loro tutto fosse concesso e nulla negato.
Proprio stamattina, ho circolato in città prima come automobilista, poi come pedone.
Nella prima veste, mi hanno tagliato la strada ciclisti che in velocità percorrevano le strisce (in sella); nella seconda, mi hanno suonato alle spalle persone che (in centro) pretendevano di percorrere, sempre in sella, i marciapiedi, tallonandomi con la ruota anteriore.
Senza contare chi per esempio percorre le vie di scorrimento veloce, sulla sede stradale e senza luci, ecc.
E non si tratta che di pochi esempi. Moltiplicabili quanto si voglia.
Dalla lettera, di cui condivido comunque gli auspici, mi sarei aspettato quindi un richiamo indirizzato alla categoria dei ciclisti al rispetto di quella disciplina che, sinceramente, non vedo quasi mai applicata; richiamo che, ritengo, sarebbe un atto esplicitamente dovuto da parte di chi li intende rappresentare.
Un'ovvietà? Non direi. Solo un'analisi più obiettiva e meglio condivisibile, credo, per tutti noi (automobilisti, ciclisti, pedoni) che, a vario titolo, usufruiamo delle nostre strade.